Nel 2013 in Italia entra in vigore la Patente a punti, un sistema che sanziona le infrazioni togliendo punti dalla nostra patente di guida. Si parte da un tesoretto di 20 punti che aumentano di due ogni due anni trascorsi senza infrazioni che li facciano perdere. Con gravi infrazioni al codice della strada I punti si perdono.
Se doni il sangue e fai del volontariato i tuoi punti cresceranno come pure se ti comporti secondo i dettami del partito. Anche il comportamento sui social, che sono controllati dal Governo, può influenzare il Sistema e non solo di chi commette queste violazioni, ma anche se queste violazioni sono commesse da amici. Occhio a mettere Mi Piace!
Criticare il Governo, non fare visita ai genitori, passare col rosso sulle strisce pedonali, tre cose abbastanza comuni, almeno da noi, fanno perdere punti e se si scende nel rating si va incontro a punizioni come non avere accesso al credito o alle assicurazioni. Un nuovo totalitarismo digitale che si affianca a quello del regime comunista cinese: anche Orwell rabbrividirebbe.
Il suo Grande Fratello ha trovato gli strumenti elettronici perfetti e il romanzo distopico si sta realizzando. Entro il 2021 tutti gli abitanti di Pechino saranno classificati col sistema a punti e il sistema si espanderà in tutto il paese. Sarà impossibile sfuggire al controllo del partito e chi scende nel rating entra in una lista nera trovando difficoltà anche ad acquistare biglietti ferroviari od aerei. Se qualcuno, nel mondo occidentale, parla di violazione della privacy basta che cerchi il significato di questa parola oltre la Grande muraglia: isolamento, nascondimento. Non ha proprio un significato positivo, come se qualcuno volesse tenere nascosto qualche cosa. E in Cina tutto ciò che ha aria di segretezza è sospetto.
Andrea Bartelloni
Pubblicato il 12/02/2020 su